L’agrivoltaico, o agro-fotovoltaico integrato con le attività agricole con minimo consumo di suolo, offre notevoli opportunità, non solo per la generazione di energia elettrica con grandi impianti, ma anche per migliorare le rese delle colture.
Questa nuova energia ha lo scopo di promuovere una gestione intelligente dei grandi terreni, integrandole con le attività agricole. La tecnica agrovoltaica consente infatti una produzione energetica sostenibile concedendo agli agricoltori di generare energia pulita mentre i contadini svolgono la loro consueta attività di coltivazione dei terreni.
L’energia del sole viene adoperata su più livelli, in modo tale che vengano soddisfatte le fondamentali esigenze dell’uomo: il bisogno di energia, l’utilizzo del territorio e delle sue risorse, le produzioni agricole.
La tecnologia agrivoltaica è all’avanguardia grazie al superamento dei limiti dei tradizionali impianti fotovoltaici, che spesso sono incompatibili con l’agricoltura, in quanto possono risultare invasivi e minacciare la tutela del paesaggio.
I team dei tanti esperti coinvolti nell’affermazione di questa nuova tipologia energetica si adoperano per la creazione di un vero e proprio impianto fotovoltaico ‘aereo’ in grado di inseguire il sole (più precisamente di muoversi in accordo al moto di rivoluzione della terra attorno ad esso). Ciò è possibile grazie alla loro struttura, composta di sostegni mobili sospesi che s’inseriscono nel contesto agricolo in maniera armonica. Per le sue specifiche caratteristiche tecniche questo tipo di impianto si adatta molto facilmente a qualsiasi tipo di coltivazione e di meccanizzazione agricola, quindi è più facilmente fruibile, a prescindere dal contesto paesaggistico.
Secondo uno studio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, pubblicato sulla rivista scientifica Applied Energy, le prestazioni economiche e ambientali degli impianti agrivoltaici sono simili a quelli degli impianti fotovoltaici a terra, soprattutto se si utilizzano tensostrutture che limitino l’impiego di acciaio e cemento.
Il sistema agroalimentare è un grande alleato nell’affrontare i temi della decarbonizzazione, della sostenibilità e della competitività e l’agrivoltaico può rappresentare una nuova opportunità per gli agricoltori. Grazie infatti alla sinergia tra produzione agricola e generazione di energia è possibile un incremento delle risorse della produzione agricola attraverso un approccio che punta all’interdipendenza tra produzione di cibo, energia e acqua.
L’agrivoltaico può essere un’interessante soluzione al fine di promuovere energia pulita nel territorio, un valore riconosciuto anche nel PNRR italiano che ha destinato all’agrivoltaico una buona quota di risorse ben 1,1 miliardi di euro al fine di aumentarne la capacità produttiva.
ENEA ha costituito un’apposita task force multidisciplinare nell’ambito di due dipartimenti – “Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili” e “Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali” – con la possibilità di utilizzare laboratori, infrastrutture e professionalità pluriennali nei settori delle tecnologie green e dell’agroindustria. L’obiettivo è contribuire alla diffusione di conoscenze e alla promozione delle eccellenze italiane nei settori delle nuove tecnologie per l’energia rinnovabile, dell’agricoltura e del paesaggio.
Ad oggi gli studi scientifici condotti sugli impianti agrivoltaici sono ancora pochi, soprattutto di natura sperimentale e che interessano impianti di piccole dimensioni. Auspicabile sarebbe lo sviluppo di una sempre più esaustiva metodologia di applicazione, oltre che i vari indicatori di prestazione, al fine di supportare, in maniera scientifica e tecnica, coloro i quali devono valutare le caratteristiche dei progetti e permettere che vengano messi in opera.
Cluster Energia Basilicata ETS

