COMUNITÀ ENERGETICHE IN BASILICATA: UNA SFIDA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Guardando l’orizzonte internazionale e gli obiettivi fissati dalle politiche nazionali ed europee, rispetto all’importante e attuale tema energetico, sempre più spesso vengono in rilievo modelli di produzione e di consumo alternativi ai modelli convenzionali a cui siamo abituati. In maniera sempre più costante e decisa, infatti, si sottolinea la necessità di assumere un ruolo attivo per contrastare, con scelte e comportamenti virtuosi, le emissioni dei gas serra che stanno accelerando il cambiamento climatico.

Oggi il modello di produzione e di consumo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), di cui molto si parla, è sicuramente lo stimolo e l’incentivo adatto per promuovere la cosiddetta transizione energetica ma soprattutto uno strumento adatto ad implementare e rafforzare lo sviluppo territoriale, specie con riferimento ai territori dalle aree interne, peculiari ed interessanti dal punto di vista energetico, come quelli della nostra regione.

Nella giornata del 14 aprile il CEB ETS ha partecipato al Focus Group sul tema “SISTEMI COLLETTIVI DI AUTOCONSUMO DA FONTI RINNOVABILI 2021” organizzato dal GSE e dalla Regione Basilicata sezione Energia, un tavolo organizzato per proporre spunti per il recepimento della direttiva ed avviare attività di monitoraggio per la fase sperimentale. Una importante occasione di confronto per raccogliere le esigenze delle Autorità locali e delle Pubbliche Amministrazioni ma anche per mettere a confronto le esperienze già maturate, tracciare le prospettive e la traiettoria delle opportunità che esse aprono ai nostri territori e alla compagine imprenditoriale presente nella nostra Regione.

Il CEB ETS ha ritenuto necessario sottolineare quanto il tema dell’autoproduzione da fonti rinnovabili, è attualmente al centro di un interesse generale, sia per le sue grandiose opportunità, aperte dalla gestione energetica di tipo innovativo che, per quanto attiene alla partecipazione e alla sostenibilità in ottica di sviluppo territoriale, attraverso il diretto ed attivo coinvolgimento, tra gli altri, delle autonomie locali, in qualità di attori fondamentali per il decentramento dei processi e la liberalizzazione del rapporto tra energia e territorio. Senza contare il valido apporto che potrebbe dare per il superamento del problema legato alla povertà energetica, una condizione molto comune nei paesi in via di sviluppo o sottosviluppati ma anche dove vi sono carenze di infrastrutture energetiche e di approvvigionamento dell’energia.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili, possono essere la chiave di volta, poiché ben si inseriscono in una configurazione innovativa e rivoluzionaria legata al principio di sussidiarietà orizzontale, principio ordinatore per proficui rapporti tra enti territoriali e privati.

Attraverso esse passeremmo da un approccio individuale ad uno collaborativo che ci consentirebbe di trarre benefici e sinergie congiunte, date dall’unione di più utenze energetiche. Le recenti direttive comunitarie, infatti, indicano questa via da seguire, poiché si parte dalla considerazione delle Comunità Energetiche come strumento di sviluppo locale, uno strumento flessibile e rapido per poter perseguire gli scopi in modo efficace, apportando benefici ambientali, economici e sociali.

In questo contesto fondamentale è la funzione della Pubblica Amministrazione, in primis nel processo di finalizzazione e attuazione della disciplina comunitaria, in cui i modelli di Comunità Energetiche sono contemplati nella direttiva 2018/2001/UE e nella direttiva 2019/944/UE, ma soprattutto per tutto quanto concerne le fasi propedeutiche all’attuazione di questi modelli, partendo da una attenta e puntuale ricognizione e caratterizzazione dei territori Lucani, per poi procedere ad una accurata ed attenta pianificazione delle azioni finalizzabili.

In ciò, i soggetti maggiormente intitolati per promuovere e diffondere le Comunità Energetiche non possono che essere i Comuni, realtà che contribuirebbero a creare sistemi di reti locali e che avrebbero la possibilità di scelta in termini di soluzioni più adatte e congrue alle esigenze locali ma soprattutto, in grado di ridistribuire benefici sul territorio favorendo investimenti a livello locale, coinvolgendo direttamente i cittadini e le imprese, ottenendo a valore aggiunto un grado di accettazione delle energie rinnovabili maggiore a livello locale.

Nelle Comunità Energetiche il cittadino in sé è posto al centro, una posizione che apre la strada al concetto della condivisione sociale dell’energia, un concetto che potrebbe essere il volano per implementare rapidamente modelli come questo, in quanto organizzazioni potenzialmente innovative sotto tutti i punti di vista, giuridico, imprenditoriale e soprattutto tecnologico.

Dal punto di vista imprenditoriale poi, le Comunità Energetiche sono in grado di generare un numero elevato di attori coinvolti direttamente ed indirettamente che incrementerebbe anche l’economia locale dell’area in cui si opera.

Dare attenzione a questo tema, come il Cluster Energia Basilicata ETS sta facendo da un anno a questa parte, significa stimolare gli operatori del settore e i policy maker che, in un momento delicato come questo, devono necessariamente attivarsi al fine di prendere decisioni e compiere scelte responsabili che influiranno in maniera marcata sullo sviluppo dei nostri ecosistemi nei prossimi decenni dal punto di vista urbano, sociale ed economico.

Cluster Energia Basilicata ETS